“If you really want to hear about it, the first thing you'll probably want to know is where I was born, and what my lousy childhood was like, and how my parents were occupied and all before they had me, and all that David Copperfield kind of crap, but I don't feel like going into it, if you want to know the truth. In the first place, that stuff bores me, and in the second place, my parents would have about two hemorrhages apiece if I told anything pretty personal about them.” [from The Catcher in the Rye]
I will never stop thanking my humanities teacher back at high school. He made us read The Catcher in the Rye (renamed Il Giovane Holden in Italian) and it was one of the books that prompted me to read more literature. He invented for us a well-planned “trail” through a few things he probably adored himself: Fabrizio De Andrè who sang many songs adapted from Edgar Lee Masters’s Spoon River’s Anthology, Fernanda Pivano who translated it and who made Italy aware of writers like J.D. Salinger and his novel The Catcher in the Rye. Fernanda Pivano’s teacher at high school was Cesare Pavese, so he made us read some of his poems about adolescence and then one by Turkish poet Nazim Hikmet about the same topic. And so on in a never-ending thread of connections between poets and song-writers, freedom fighters and “rebel authors”.
Ho trovato questa vecchia fotocopia sul Giovane Holden, probabilmente scritto dal mio professore di lettere per invogliarci ed entusiasmarci nella lettura del libro, forse anche per formarci, perché crescessimo con delle idee e uno spirito critico pari a quello del protagonista del libro di Salinger.
“Indicazioni per un viaggio in compagnia del giovane Holden
Un adolescente cerca la propria identità ed autonomia rifiutando i codici di comportamento e il conformismo borghese: i suoi condizionamenti, regole, limiti, convenzioni… condannando e smitizzando tutto e tutti senza appello, togliendo il velo all’ipocrisia e il perbenismo, evidenziando il comico e il grottesco della vita, soprattutto di quella “seria” ed “ufficiale”, irridendo a mode, valori , miti… combattendo il sentimentalismo…
Holden, ecco un motivo in più per leggerlo a 16 anni, esprime continuamente il proprio punto di vista sul mondo, sugli adulti, sulle istituzioni (la famiglia, il college, la scuola, i giornali, l’esercito, l’industria, la religione…), su i coetanei e su sé stesso con distacco e sincerità, a volte anche cruda (“dissi che l’amavo tanto, ma naturalmente non era vero”), irriverente, brutale, (“non mi interessava niente quando uno moriva”), con ironia ed anche autonomia, (è un invito ad imitarlo), con umorismo e sarcasmo.
David Jerome Salinger cerca di esprimere l’animo ribelle ed anticonformista del sedicenne Holden ricorrendo ad una vera e propria rivoluzione formale. La sua scrittura ricostruisce infatti l’orizzonte linguistico adolescenziale fatto di frasi gergali (“Il gergo ha una funzione coesiva con gli amici, ai coetanei ed oppositiva con gli adulti” E. Capriolo), di formule ripetute e di tic verbali (“che so io”, “e compagnia bella”, “eccetera, eccetera”), di figure retoriche (iperboli, ironia, sarcasmo, similitudini, antitesi…), di espressioni tipiche del parlato…Quello di Holden è un monologo continuo e non lineare (= a ruota libera), espresso in prima persona e rivolto ad un pubblico che sembra essergli a fianco e a cui strizza l’occhio, chiedendo partecipazione e complicità. Per quanto riguarda il ritmo della narrazione è veloce ed avvincente, sia per il susseguirsi di una miriade di persone, fatti, incontri, esperienze… sia per l’assenza quasi totale di descrizioni (“nel Giovane Holden mancano gli indugi narrativi” E. Capriolo).”
I will never stop thanking my humanities teacher back at high school. He made us read The Catcher in the Rye (renamed Il Giovane Holden in Italian) and it was one of the books that prompted me to read more literature. He invented for us a well-planned “trail” through a few things he probably adored himself: Fabrizio De Andrè who sang many songs adapted from Edgar Lee Masters’s Spoon River’s Anthology, Fernanda Pivano who translated it and who made Italy aware of writers like J.D. Salinger and his novel The Catcher in the Rye. Fernanda Pivano’s teacher at high school was Cesare Pavese, so he made us read some of his poems about adolescence and then one by Turkish poet Nazim Hikmet about the same topic. And so on in a never-ending thread of connections between poets and song-writers, freedom fighters and “rebel authors”.
Ho trovato questa vecchia fotocopia sul Giovane Holden, probabilmente scritto dal mio professore di lettere per invogliarci ed entusiasmarci nella lettura del libro, forse anche per formarci, perché crescessimo con delle idee e uno spirito critico pari a quello del protagonista del libro di Salinger.
“Indicazioni per un viaggio in compagnia del giovane Holden
Un adolescente cerca la propria identità ed autonomia rifiutando i codici di comportamento e il conformismo borghese: i suoi condizionamenti, regole, limiti, convenzioni… condannando e smitizzando tutto e tutti senza appello, togliendo il velo all’ipocrisia e il perbenismo, evidenziando il comico e il grottesco della vita, soprattutto di quella “seria” ed “ufficiale”, irridendo a mode, valori , miti… combattendo il sentimentalismo…
Holden, ecco un motivo in più per leggerlo a 16 anni, esprime continuamente il proprio punto di vista sul mondo, sugli adulti, sulle istituzioni (la famiglia, il college, la scuola, i giornali, l’esercito, l’industria, la religione…), su i coetanei e su sé stesso con distacco e sincerità, a volte anche cruda (“dissi che l’amavo tanto, ma naturalmente non era vero”), irriverente, brutale, (“non mi interessava niente quando uno moriva”), con ironia ed anche autonomia, (è un invito ad imitarlo), con umorismo e sarcasmo.
David Jerome Salinger cerca di esprimere l’animo ribelle ed anticonformista del sedicenne Holden ricorrendo ad una vera e propria rivoluzione formale. La sua scrittura ricostruisce infatti l’orizzonte linguistico adolescenziale fatto di frasi gergali (“Il gergo ha una funzione coesiva con gli amici, ai coetanei ed oppositiva con gli adulti” E. Capriolo), di formule ripetute e di tic verbali (“che so io”, “e compagnia bella”, “eccetera, eccetera”), di figure retoriche (iperboli, ironia, sarcasmo, similitudini, antitesi…), di espressioni tipiche del parlato…Quello di Holden è un monologo continuo e non lineare (= a ruota libera), espresso in prima persona e rivolto ad un pubblico che sembra essergli a fianco e a cui strizza l’occhio, chiedendo partecipazione e complicità. Per quanto riguarda il ritmo della narrazione è veloce ed avvincente, sia per il susseguirsi di una miriade di persone, fatti, incontri, esperienze… sia per l’assenza quasi totale di descrizioni (“nel Giovane Holden mancano gli indugi narrativi” E. Capriolo).”