Saturday, October 18, 2008

"Oltre Babilonia" di Igiaba Scego

Anno di pubblicazione: 2008
Luogo e tempo: Roma, Somalia, Tunisia e Argentina, periodo dagli anni 50 ai giorni nostri
Temi: multiculturalismo, migranti, relazioni madre-figlia, Somalia, religione, desaparecidos, esilio, guerra civile, violenza sessuale, sessualità

Sull’autrice
: Igiaba Scego è nata nel 1974 a Roma da genitori somali venuti in Italia dopo il colpo di stato di Siad Barre. Collabora con Il Manifesto, Internazionale, Lo Straniero e Nigrizia, ama il Don Chisciotte, i vecchi film in bianco e nero, Italo Calvino e la stella immensa della bandiera somala. Al suo attivo ha il libro per ragazzi La Nomade che Amava Alfred Hitchcock, il romanzo Rhoda, oltre a diversi racconti apparsi in antologie a più mani (tra cui Pecore Nere e Amori Bicolori).

La trama
: Zuhra vive a Roma, fa la commessa in una mega libreria e parla romanesco. Ma la lingua a tratti s’inceppa, perché la sua radice è somala e la sua pelle è nera. Anche Mar è romana e nera, di madre argentina e padre somalo. Non si conoscono, ma entrambe partono per Tunisi a imparare l’arabo, lingua delle origini. Si avvia così una storia vorticosa in cui si mescolano linguaggi, epoche, suggestioni di tre paesi, Italia, Somalia e Argentina. Dalla Roma multietnica di oggi alla Buenos Aires anni settanta; dalla Mogadiscio tumultuosa degli ultimi vent’anni a quella dell’epoca coloniale e dell’indipendenza. A dipanarsi in questi luogi è il filo di un racconto che passa di bocca in bocca: d Zuhra a Mar, da Maryam a Miranda, le loro madri, e a Elias, il padre di cui niente sanno e che le ha rese a loro insaputa sorelle. Un coro di voci che pagina dopo pagina ci fa avidi di scoprire se Zuhra ritroverà i colori che non vede più da quando era bambina, se Maryam riuscirà a incidere su quel vecchio registratore le gioie e i rimpianti del suo amore perduto, se Elias saprà spiegare la sua smania di infondere l’Africa nelle stoffe e negli abiti che ne fanno uno stilista di grido. E poi Howa, Bushra, Majid, la Flaca e i cento personaggi che popolano questa Babilonia del terzo millennio. (Dal secondo di copertina)

Pensieri: Forse conoscerete Igiaba Scego per la sua rubrica sull’Internazionale, quella dei “Nuovi Italiani”, o forse per il suo racconto nell’antologia Amori Bicolori. Devo dire che mi piace molto lo stile di questa giovane scrittrice: è fresco, frizzante e divertente. Senza esagerare troppo, potrei dire che Igiaba Scego è la nostra Zadie Smith!
Il libro comincia nella nostra capitale e per chi la ama è uno spasso. Poi si prosegue in Tunisia, Somalia e Argentina: ad ogni capitolo stimoli nuovi ed emozioni. Ridevo a certi pensieri di Zuhra e Mar, mi eccitavo nel leggere certi riferimenti a me cari (un certo cinema in bianco e nero o l’antologia di Spoon River) e piangevo lacrime di dolore quando arrivavano i racconti della Mogadiscio martoriata dalla guerra e dalla crudeltà dei colonizzatori. Igiaba Scego parte in quarta: le prime 50 pagine sono dure da digerire per il tentativo un po’ forzato di uscire dai canoni. Le escrezioni del corpo sono un tabù nella cultura italiana, ma non in quella somala (o africana in generale), e quindi l’autrice parla senza vergogna delle sue mestruazioni. Passate le 50 pagine il libro fila via liscio, i personaggi si fanno amare e la trama è avvincente.Probabilmente più bello, interessante e divertente di Paolo Giordano, l’unico difetto di questo libro è che secondo me è un po’ troppo lungo (456 pagine!). Abbono anche a Igiaba un paio d’errorini nelle conversazioni in spagnolo e consiglio caldamente questo libro a tutti quanti, come me, amino il mondo, i suoi colori e la Babele postmoderna.

4 comments:

  1. la conosco solo per i suoi racconti pubblicati su Internazionale, ma mi hai fatto davvero venir voglia di leggere questo libro.
    se poi e' la Zadie Smith italiana... (mi piace molto questa definizione)

    grazie dei commenti che hai lasciato da me: interessanti, mi ha fatto piacere.

    un abbraccio

    clauds

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  2. Sì, questo libro è parecchio interessante. Peccato che non lo troverai mai in libreria e io ho dovuto ordinarlo...
    La mia definizione "Zadie Smith italiana" non si riferisce quindi al successo economico del libro, ma più al modo di scrivere. L'Italia ha davvero bisogno di talenti nuovi: sono stanca di vedere Moccia in cima alle classifiche dei bestseller!

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  3. Ciao Darwin è una trasmissione oscena, Moccia soltanto una macchina per fare soldi raccontando storielle per adolescenti. Per fortuna che non guardo quasi mai la tv nè vado al cinema a vedere filmetti.

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  4. cosa dire... Stefania mi ha letto nel pensiero e condivido le sue parole... ottimo post... ciao, kalos

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