Nabokov scriveva i suoi romanzi a matita su delle “index cards”, le tessere per fare gli schedari.Vi scriveva pezzetti di prosa e dialoghi, poi mescolava le carte e gli usciva il romanzo. Era un appassionato scacchista (come Kubrick) e creava problemi di scacchi da pubblicarsi sulle riviste, amava giocare a tennis (se avete letto “Lolita” farete un cenno di assenso) e collezionava farfalle, molte delle quali consegnava al museo di storia naturale. Era noto per le sue “opinioni forti” (per esempio odiava Freud, perché troppo “fallico”) e di sé stesso disse “I think like a genius, I write like a distinguished author and I speak like a child”, ovvero “Penso come un genio, scrivo come un illustre autore e parlo come un bambino”. Altri suoi romanzi importanti sono “Pnin” e “Ada”.
A blog about books from all around the world, with an emphasis on everything postcolonial.
Friday, October 29, 2010
"Lolita" di Vladimir Nabokov
Nabokov scriveva i suoi romanzi a matita su delle “index cards”, le tessere per fare gli schedari.Vi scriveva pezzetti di prosa e dialoghi, poi mescolava le carte e gli usciva il romanzo. Era un appassionato scacchista (come Kubrick) e creava problemi di scacchi da pubblicarsi sulle riviste, amava giocare a tennis (se avete letto “Lolita” farete un cenno di assenso) e collezionava farfalle, molte delle quali consegnava al museo di storia naturale. Era noto per le sue “opinioni forti” (per esempio odiava Freud, perché troppo “fallico”) e di sé stesso disse “I think like a genius, I write like a distinguished author and I speak like a child”, ovvero “Penso come un genio, scrivo come un illustre autore e parlo come un bambino”. Altri suoi romanzi importanti sono “Pnin” e “Ada”.
Friday, October 22, 2010
“Controvento” di Angeles Caso
Genere: romanzo
Angeles Caso è figlia di un eminente filologo, dice la breve biografia nell’aletta che esce dalla quarta di copertina di “Controvento”, ed ha deciso di diventare scrittrice per regalare un finale alla ballata di Arnaldo, un incompiuto spagnolo del Cinquecento che il padre le raccontava per farla addormentare. Diventata scrittrice a tempo pieno, Angeles Caso ha deciso di scrivere un romanzo sulla sua babysitter capoverdiana perché qualcuno le aveva rimproverato di scrivere solo di aristocrazia. Questa decisione le ha portato fortuna, perché “Controvento” ha vinto il premio Planeta, il più importante della Spagna, e ha causato molte discussioni, dentro e fuori dal paese. Non è infatti una cosa comune che una scrittrice europea “autoctona”, scriva delle persone “non autoctone” che ci tengono la casa pulita, ci fanno trovare la biancheria lavata e stirata ben piegata nei cassetti o mettano a letto i nostri bambini. Nella mia esperienza personale, questa è la seconda lettura spagnola di questo genere: la prima è stata “Cosmofobia” di Lucía Etxebbaría, un libro che però mi ha lasciato perplessa in alcuni punti. Angeles Caso non ha scritto questo romanzo perché scrivere sul multiculturalismo “fa figo”, ne sono sicura, ma perché è arrivata alla conclusione, forse dopo un suo percorso personale di dolore e di crescita, che la donna che le spolverava la casa e che badava ai bambini aveva una storia straordinaria alle spalle, una storia degna di essere raccontata, a differenza delle nostre banali esistenze vissute “nella bambagia”, a cui noi nonostante tutto diamo molta importanza. Essendo il libro in larga parte preso da una storia vera, alle volte ha le banalità che la verità ci riserva: São è una ragazzina studiosa ed intelligente che è costretta a lasciare la scuola prima del tempo per guadagnarsi il pane e quando le viene offerta l’occasione giusta emigra in Europa, lavorando come cameriera o donna delle pulizie e subendo anche qualche episodio di razzismo.La storia è popolata esclusivamente da donne, che vivono in un mondo completamente estraneo a quello degli uomini, che qui sono contorno, spesso privi di comprensione ed empatia. Assorbiti dall’incombenza di portare il pane a casa e comprarsi una casa al paese natale, trattano spesso le donne come zerbini, alzano la voce e le mani sulle loro compagne, privandole di ogni diritto ad esprimere la loro opionione. Non solo la protagonista ma anche Natercia, Jovita e Liliana sono donne forti (ecco che mi esce un parallelo con le tre donne forti di Marie NDiaye), che riescono a stare in piedi anche senza l’aiuto di un marito, di un uomo. “Controvento” è in altre parole un inno alla forza di noi donne, alla nostra capacità di rinascere dalla cenere e al nostro spirito di solidarietà, che ci sorregge anche nei momenti più bui.
Monday, October 11, 2010
La legge sul prezzo del libro che danneggia i più deboli
In questi giorni un disegno di legge che regolamenta proprio questi sconti e promozioni è in dirittura d’arrivo al Senato. Sebbene la proposta di legge dell’Onorevole Ricardo Franco Levi (Pd) difenda in apparenza i piccoli editori e le librerie indipendenti, in realtà fa esattamente il contrario. Un piccolo ma agguerrito gruppo di piccoli e medi editori – che include fra gli altri Donzelli, Minimum Fax, Sellerio e Neri Pozza – sta protestando in questo senso. Alla Buchmesse, la fiera del libro di Francoforte, per esempio, si è tenuto un convegno sull’argomento invitando alcune case editrici straniere, tra cui il francese Gallimard.
La legge proposta, impone un limite di sconto del 15 % con la possibilità di fare sconti durante tutti mesi dell’anno, senza limiti (a parte per il mese di dicembre). Voi amanti dei libri direte che è troppo poco e che in tempo di crisi bisogna fare sconti più sostanziosi, invogliando gli italiani a comprare più libri. Sono d’accordo che a volte i prezzi dei libri, soprattutto di quelli appena usciti, sono ancora alti in Italia, ma il problema che voglio sollevare è un altro. Il problema è che quello sconto agevola i grandi editori penalizzando invece i piccoli e medi editori, nonché le piccole librerie indipendenti che non possono permetterselo (ecco perché l’unica libreria decente vicino a casa mia non fa mai sconti, neanche quando è il mese dei suddetti sconti dei grandi gruppi editoriali). In Francia e in Germania c’è una legge piuttosto ferrea sul prezzo dei libri, mentre in Inghilterra dove il prezzo è ancora libero le grandi catene come Waterstone’s stanno rimpiazzando i librai indipendenti per cui strade come Charing Cross Road a Londra andavano famose.
L’appello dei Mulini a Vento, così ha deciso di chiamarsi questo gruppo che riunisce appunto piccoli e medi editori e librai, sta spingendo affinché il disegno di legge sull’editoria promosso dall’Onorevole Levi venga modificato e migliorato.
Che cos’è meglio, dunque? Prezzi scontatissimi tutto l’anno sui libri dei grandi editori e semi scomparsa delle librerie indipendenti e dei piccoli editori? Oppure prezzi fissi ma tutela dei più deboli?
Sunday, October 10, 2010
"Wolf Hall" by Hilary Mantel
I am lucky enough to know quite a lot about the court of the Tudors, because I have watched “The Tudors”, an English TV show that despite being inaccurate at times gives an idea of the major characters at stake. I have also read a book recently about the “marital problems” of King Henry (“The Six Wives of Henry VIII” by Antonia Fraser). I find the Tudors one of the most fascinating dynasties in history and for sure it is the most engaging soap-opera I have ever seen. If you don’t know much about the people buzzing around King Henry at the time, I think you’ll struggle a bit with this novel. Henry’s best friend Charles Brandon whom he made duke, the powerful Cardinal Wolsey with his ambition to be Pope, the Boleyns, the Seymours and the Howards, Katherine and her ladies-in-waiting, the ambassadors, Thomas More, they all appear in the book and play their role in the development of the story. Nonetheless, Thomas Cromwell is the absolute protagonist of “Wolf Hall”: everything is seen from his point of view, despite the fact that the novel is in the third person. Usually Thomas Cromwell is depicted as a stone-cold and shrewd person, almost a villain, but Hilary Mantel depicts him as a sensitive person, fond of his family and of his protector, the Cardinal. Of course he’s ambitious and I dare say on the good side of shrewdness, if there is one. He’s learned, almost enlightened, he appreciates Italian painting and has a gift for languages. I was delighted by this book and by the world it opens on: Thomas Cromwell is not just a name on a history book, but he steps into the real world. He has passions, faults, virtues of course, doubts and secrets. And so is King Henry, Mary and Anne Boleyn, Thomas More and all the historical characters of the book. I’m waiting for the sequel that Hilary Mantel is writing (the book ends abruptly when King Henry is about to stop by the Seymour and fall in love with Jane, later to become his third wife). Much has been said about “Wolf Hall” since it won the Booker Prize, for example on the meaning of the expression “historical fiction”. It is obvious that Hilary Mantel did a lot of research to write this book, but it’s impossible for a book set in the 16th century to be 100% accurate, not only because it would ruin the literary value of the work, but also because there are many things we don’t know or we are not sure of. Were Mary Boleyn’s children actually the king’s? Did he also sleep with Anne and Mary’s mother? Did Anne make love to distinguished courtier-poet Thomas Wyatt and was she betrothed to Henry Percy, before she became the king’s mistress? Hilary Mantel resolves this by hinting at things we are not sure of as gossips of the time, but even if she changed things, I personally believe that’s alright, as long as you claim yours is just fiction.