Monday, March 9, 2009

Che libro fa... in Canada

Adoro la rubrica "Che libro fa..." che appare ogni sabato nell'inserto Tutto Libri de La Stampa. Da molto tempo aspettavo che uscisse un paese "di quelli miei" (= Commonwealth). Questa settimana è uscito "Che libro fa... in Canada":

"Metà dei canadesi non sono in grado di nominare neppure uno scrittore canadese, anche se magari ne leggono. La solita ricerca statistica sulla lettura fornisce, in quei paraggi, qualche dato sconcertante. In media i canadesi leggono circa 17 libri all'anno, soltanto il 12% dichiara di non leggere mai, e fin qui c'è soltanto da leccarsi le ferite, al confronto con le percentuali italiane. Che le ore settimanali dedicate alla lettura siano ai minimi fra gli adolescenti (4,3) non stupisce, che lo siano, chissà perché, in particolare fra quelli del Québec (5,4) un poco sì. Ma Leonard Cohen, Alice Munro, Michael Ondaatje, Mordecai Richler, Douglas Coupland e altre glorie letterarie nazionali risultano sconosciuti a metà dei loro compatrioti: fra chi sa citare almeno uno scrittore, la più popolare è Margaret Atwood. Pessimamente qualificati anche autori molto premiati e pompati come Yann Martel o Anne-Marie MacDonald. D'altronde, pare che soltanto un terzo delle scuole tenga corsi di letteratura canadese. Ma molti degli intervistati dai giornali che, ovviamente, hanno approfondito la notizia, accusano gli scrittori locali di elitismo. Non c'è uno Stephen King indigeno, non c'è una J. K. Rowlings, lamentano. L'imperialismo dei vicini Stati Uniti crea bizzarri cortocircuiti: molti leggono scrittori canadesi senza sapere che sono canadesi, e qualcuno dice perfino che «Margaret Atwood deve essere americana, visto che è famosa in tutto il mondo». Che strana percezione di se stessi. Masochismo culturale, dicono in molti. Nel frattempo ha chiuso il BookExpo, e chiuderanno molte riviste culturali perché il governo conservatore fra molte proteste ha tagliato i fondi alle testate da meno di 5000 copie. Che sarebbero, peraltro, il vivaio dei nuovi autori. Alla prossima indagine nessuno dichiarerà di avere letto scrittori canadesi semplicemente perché non ce ne saranno più, fra politiche culturali massificate e editoria idem? Mentre, in effetti, il nazionalismo letterario appare come una battaglia residuale contro l'industria multinazionale dei bestseller, a sorpresa in piena crisi i dati sulla vendita dei libri sono eccellenti: in gennaio +10% di copie, ovvero +6% di fatturato. Non specificata la nazionalità dei più venduti." (fonte: Tuttolibri, in edicola sabato 7 marzo)

2 comments:

  1. Ma che bel post!davvero interessante:non sapevo di questa particolarità canadese e devo ammettere che non conosco nemmeno uno scrittore di quelle origini.Avresti qualche libro da consigliare?

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  2. In realtà tra i paesi del Commonwealth non è, secondo me, quello che ha la letteratura più bella, nè certamente ci sono scrittori canadesi famosissimi in Italia.
    Ad ogni modo, io ho letto "Life of Pi" di Yann Martel, che è uno scrittore "canadesissimo", anche se nella storia non c'è neanche un canadese. Non so il titolo in italiano, ma probabilmente "Vita di Pi". E' un libro molto bello, specialmente la fine mi è piaciuta e mi ha fatto riflettere.
    Margaret Atwood è molto famosa tra gli scrittori di lingua inglese ma non ho letto niente, anche se dovrei perché è una delle scrittrici preferite del genio che mi ha consigliato di leggere Zadie Smith!
    E poi come non citare Ondaatje, lo scrittore del "Paziente Inglese"!

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