Wednesday, September 22, 2010

V.S. Naipaul @Festivaletteratura – 10 settembre 2010

Ed eccomi finalmente all’incontro della bisticciata tra V.S. Naipaul, premio Nobel per la Letteratura nel 2001, e la giornalista e scrittrice Caterina Soffici. Preferirei non parlarne, ma visto che ho iniziato a scrivere questi post per fare una “relazione personale di alcuni incontri interessanti a cui ho assistito”, non posso farne a meno. Anche perché molte persone che hanno letto gli articoli sui quotidiani nazionali mi hanno chiesto che diavolo è successo. Devo confessarvi che non ho capito neanch’io cosa diavolo è successo!
Prima di tutto, per chi non conoscesse V.S. Naipaul: è uno scrittore di origine trinidadense, figlio di immigrati indiani, emigrato all’età di 18 anni in Inghilterra e che ha scritto sia della sua isola natale, sia di India, sia di Africa. E’ uno degli scrittori caraibici e postcoloniali più conosciuti al mondo e, come ho scritto prima, è stato premiato con il più importante premio letterario del mondo, il Nobel. Ultimamente ha scritto soprattutto reportage di viaggio, che vengono descritti come sinceri e dettagliati. Il fatto è che l’intervistatrice ha cominciato la presentazione dal punto di vista sbagliato, sottolineando le polemiche che girano intorno al personaggio. Vi spiego tutto: V.S. Naipaul è spesso bollato come anti-terzomondista (pur venendo egli da un paese del terzo mondo), provocatoriamente anti-islamico, snob, colonialista e viene visto, da un punto di vista più prettamente personale, come una persona difficile. Caterina Soffici lo definisce “uno dei campioni del politicamente scorretto”, ricordando anche una sua dichiarazione, che però così fuori contesto può voler dire tutto e niente (per la cronaca la dichiarazione era “in Inghilterra non esistono più i domestici di una volta”). Ora, siccome l’incontro era una presentazione dell’ultimo reportage di viaggi di V.S. Naipaul intitolato “La Maschera dell’Africa”, Caterina Soffici si addentra nella polemica che questo libro ha suscitato, in particolare citando un articolo uscito sul Sunday Times e scritto da tale Robert Harris che definiva il libro “tossico, grossolano, in accurato, in una parola repellente”. Le polemiche si riferiscono in particolare ad un passaggio in cui Naipaul dice che in Ghana sono talmente affamati da mangiare i gatti (ohibò, lo si faceva anche in Italia in tempo di guerra e poi onestamente non ci vedo nulla di strano nel mangiare un gatto, quando noi mangiamo galline, mucche e cavalli) e ad un’intervista a Winnie Mandela, che rivelava alcuni particolari della politica sudafricana post apartheid che poi lei ha smentito (anzi, ha smentito di aver mai fatto l’intervista, ohibò di nuovo). Naipaul risponde garbatamente all’intervistatrice dicendo che se un decimo di quelle cose che gli vengono attribuite fossero vere, non avrebbe nessuna reputazione. Egli non ha intenzione di difendere i suoi libri contro questi attacchi, perché chi li ha letti sa benissimo che non è lui ad avere pregiudizi nei confronti dell’Africa, ma sono i giornalisti ad attribuirgli i loro pregiudizi sul continente. Detto questo l’intervistatrice avrebbe dovuto capire che non era il caso di continuare a parlare della polemica e magari focalizzare su un altro argomento. A questo punto lo scrittore si è arrabbiato, percependo probabilmente erroneamente che l’intervistatrice era prevenuta nei suoi confronti e che o non aveva letto il suo libro oppure era “troppo di sinistra” (Naipaul dice che i suoi libri sono apolitici ma che comunque viene continuamente attaccato dagli intellettuali di sinistra). Nonostante Caterina Soffici abbia assicurato lo scrittore che non era così e che lei era anche d’accordo con alcune delle cose che lui scriveva nel libro, l’atmosfera diventa tesa e astiosa, con l’autore che si rifiuta di rispondere ad ogni altra domanda della Soffici e il pubblico che si schiera ora dalla parte di uno, ora dalla parte dell’altro.
Io mi sono trovata un po’ interdetta, non avendo letto il libro in questione, né conoscendo a fondo la polemica (l’articolo del Sunday Times è tra l’altro disponibile on-line solo a pagamento). Penso che ci sia stato prima di tutto un grosso malinteso, causato forse anche dall’età di V.S. Naipaul (ha 78 anni e sembra star invecchiando malino). A comprovare la cosa c’è il fatto che la moglie di Naipaul, Nadira, deve intervenire due volte a sedare gli animi e a parlare per il marito, insistendo sul fatto che hanno viaggiato per un anno e mezzo in Africa per scrivere questo libro e che le polemiche che sono state sollevate denotano che non si è capito il lavoro che è stato fatto sulla magia e sulle tradizioni africane. Conclude affermando – come se non si fosse capito – che suo marito ha un’alta considerazione del suo lavoro, tutto qui.
Dopo due tentativi dell’intervistatrice di portare la discussione, ormai irrimediabilmente compromessa, su altri binari facendo una domanda sull’Islam (altro argomento altamente a rischio) e una sulla scrittura (ma avrebbe dovuto pensarci prima) a cui Naipaul non vuole rispondere, egli esprime la volontà di terminare qui la conversazione (facendo, ahimè, la figura dell’antipatico snob che si porta dietro). La vera vittima della situazione, come afferma tra l’altro la scrittrice iraniana Azar Nafisi, presente in sala e intervistata dalle televisioni poco dopo la fine dell’evento, è il pubblico, che ha pagato il biglietto per conoscere un autore rinomato, per sentir parlare di letterature e invece non ha ottenuto niente di tutto questo.
Che delusione! Delusione di non aver ascoltato un dibattito impostato bene e delusione di aver “conosciuto” uno scrittore così irrispettoso del pubblico che è venuto per sentirlo.

6 comments:

  1. Just finished reading A House for Mr. Biswas. Will not read the latest: Masque of Africa.

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  2. okay so I used google translate to get the gist of what you are saying. What I can say is that Naipaul never came to Ghana. In Ghana people are not so poor as to eat cat. Besides, who said people who eat cats are poor? That's the problem I have with Naipaul. He cannot think with a mind not his mind, as I said in one of my poems directly addressing his latest books. He thinks that if you are not him or do things the way he would do it then you are doing it wrong. that's nonsense. He can say all he has to say but Ghana is not a food insufficient country. He just wants to sell books by wallowing in the prejudices against Africa. That wouldn't make what he says true. Doesn't he know that even if he is a vegan, eating and killing plants too would offend some people. He is just a remorseful prejudiced man of no sense of self. He is a lost soul.

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  3. Nana, I agree with you, though I haven't read the book. As for the cats, that's what I understood from the intreviewer, it might be that Naipaul intended something else. In Italy during the war people used to eat cats as there was nothing else and, besides, I don't find it more disgusting than eating other animals just because we use them as pets.
    If I had more free time i would translate this into English, but right now I'm busy reading things for my PhD which starts just about now.
    I'll see if I manage anyway, as I feel I'd like to get more opinions on this.

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  4. Boh, cara Stefania,
    credo che non ci sia una delle parti colte in causa (noi lettori, lo scrittore e la 'intervistatrice') che sia rimasto soddisfatto. Noi perchè non abbiamo conosciuto Naipaul (intendo lo scrittore), lui perchè si è fatto un viaggio fino a Mantova per niente, la Soffici perchè, qualunque cosa volesse ottenere, non l'ha ottenuta di certo.
    Il Festival restituiva il costo dei biglietti su richiesta!
    Stendiamo un velo pietoso.

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  5. @Nana: I have somehow translated my post. I skipped the part where I explain who Naipaul is. Also, the quotation are a second translation from Italian, so they might not be accurate.

    Here’s to the quarrel between Nobel Prize Winner V.S. Naipaul and Italian writer Caterina Soffici.
    […] Naipaul has been writing many travelogues recently, described as honest and accurate by critics. The thing is that the reporter, Caterina Soffici, started the interview in the wrong way, underlying the polemics that surround Naipaul. I’ll explain: Naipaul is often labelled as “anti third world” (even if he comes from a so-called third-world country, Trinidad), provokingly anti-Islamic, snob, colonialist and, from a merely personal point of view, a difficult person. Caterina Soffici defines him as “a champion of the not politically correct”, remembering one of his statements, that nonetheless out of the blues means everything and nothing (for the record, the statement was “In England servants are not as they used to be”). Now, the meeting was supposed to be about his last travel book, “The Masque of Africa”, so Caterina Soffici ventured on the polemics, particularly citing an article published on “The Sunday Times” by Robert Harris who defined his book “toxic, gross, inaccurate, in a word repulsive”. The polemics refer in particular to the fact that Naipaul writes that in West Africa (I’m not so sure it’s Ghana anymore, now I’m reading Ivory Coast…) people are so hungry as to eat cats (well, in Italy we used to eat cats during the war and anyway I don’t see anything strange in eating cats when we normally eat pork, beef or chicken). The second polemic is about an interview with Winnie Mandela which revealed some details of South African politics that she later denied (actually she denied having given an interview at all). Naipaul kindly answers that if a tenth of those things were true he’d have no reputation at all. He has no intention to defend his books, because those who have read them know that he doesn’t have prejudice on Africa. He claims that journalists are burdening him with their prejudice on the continent. This said, I think the interviewer should have understood that it was not appropriate to go on talking about the polemic. At this point, Naipaul got angry and said that the journalist was too left-wing and thus prejudiced against him (he claims that his books are apolitical but that he’s always being attacked by left-wing intellectuals). Even though Caterina Soffici claimed that it was not the case and that she agreed with some things he wrote on the book, the atmosphere gets tense and spiteful, with the author refusing to answer to any of the interviewer’s questions and the public supporting the writer and the reporter on and off.
    I was honestly at a loss, not having read any of Naipaul’s books and not knowing the polemic very well (the article from “The Sunday Time” is available only by subscription). First of all, I think there was a terrible misunderstanding, maybe partly caused by Naipaul’s old age (he’s 78 and seems to be aging quite badly). To prove this, there is the fact that Naipaul’s wife Nadira came twice on stage to calm everyone down and to say that they travelled for one and a half years in order to write this book. According to her the polemics are caused by the fact that many people have not understood the work done on African magic and traditions. She ends by saying that her husband simply has a high consideration of his work (as if this was not clear).

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  6. After trying a couple of times to bring the already-compromised conversation on different topics, asking him about Islam (another dangerous subject) first and about his writing secondly (this should have come first!), and after Naipaul refused to answer to these questions, he said he wished to end the conversation (confirming his fame of a tedious snob person).
    The real victim of this, as Iranian writer Azar Nafisi said in an interview with the television, has been the public, who bought the ticket to listen to a renowned author and to listen to people talking about literature, but got none of this.
    What a disappointment! Disappointment of not having listened to a well-structured debate and disappointment of not having “met” the author, who revealed to be disrespectful towards his public.

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