Wednesday, February 10, 2010

A.A.A. Cercasi Compendio di Letteratura Haitiana for Dummies

Quando, qualche settimana fa, Haiti è stata colpita da un violento terremoto, tutti hanno cominciato ad interessarsi di questo paesino, aprendo gli atlanti, imparando finalmente a non confonderla con Tahiti, a notare il lato dimenticato dell’isola di Hispaniola, che altri non è che l’isola dove sbarcò a suo tempo Cristoforo Colombo. Qualcuno magari è persino stato a Santo Domingo, a rosolarsi al sole o a bere cocktail all’ombra delle palme da cocco, ignorando l’esistenza di un altro mondo nella parte occidentale dell’isola. Io invece non ho avuto bisogno di guardare una cartina per sapere dove fosse questo minuscolo paese.

Haiti
è un paese che mi ha sempre affascinato, questo piccolo pezzo d’Africa dei Caraibi. Haiti, quello che nelle scorse settimane è stato definito più e più volte il paese più povero dell’emisfero settentrionale, fu uno dei primi ad affrancarsi dal dominio coloniale francese, nel lontano 1804, e cosa ben più importante è tutt’ora l’unico paese al mondo ad essere nato in seguito ad una rivolta degli schiavi. Fu quindi il primo paese ad essere governato interamente da discendenti di schiavi e scusate se è poco. Haiti che, a differenza di tutti gli altri paesi dell’America dove sono giunti gli schiavi africani, ha conservato una cultura dalle influenze africane molto marcate. Haiti, dove si parla la lingua creola, indecifrabile per chi non è del posto. Haiti, il paese del vudù naturalmente, della magia nera, degli innumerevoli riti per scacciare il malocchio. Ma anche un paese pieno di artisti a quanto pare, dagli scrittori ai pittori, dai musicisti ai poeti.

Su Haiti fino ad adesso non ho letto quasi niente. Ne parlano un po’ in Della Bellezza di Zadie Smith e anche in The Brief Wondrous Life of Oscar Wao di Junot Diaz. Più di questo non ho letto e per questo mi sono messa di buona lena a scovare qualche bel talento haitiano.Conosco di nome una scrittrice di origine haitiana, Edwidge Danticat, che è emigrata in America all’età di 12 anni e che scrive in inglese. Il suo primo romanzo, Breath, Eyes, Memory (tradotto in italiano come Parla con la mia stessa voce), è stato tra l’altro anche scelto nel Book Club di Oprah. Penso che inizierò da qui, o da qualche altro libro di questa scrittrice, per imparare qualcosa di più su Haiti. Nel frattempo, ecco quello che Edwidge Danticat ha scritto sulla perdita di un cugino durante il terribile terremoto che ha colpito il paese qualche settimana fa e anche uno dei suoi racconti, entrambi pubblicati dal New Yorker.

Grazie ad un numero della rivista Internazionale (n.830), quello con la donna haitiana con la mano sul volto in segno di disperazione per intenderci, e anche grazie ad internet ora conosco qualche altro scrittore haitiano i cui libri sono stati tradotti in italiano. C’è Louis-Philippe Dalembert, che ha scritto un libro dal buffo titolo La matita del buon Dio non ha la gomma (Edizioni Lavoro, 1997), in realtà un vecchio proverbio haitiano. Il narratore ricorda episodi della propria infanzia nella Port-au-Prince degli anni sessanta, per convenienza ribattezzata Salbunda con capitale Porto Fango (e l’ironia non è poca).

Kettly Mars, invece, ha scritto L’Ora Ibrida (Epoché, 2007), che affronta una delle tematiche più scottanti per quanto riguarda i Caraibi: il mercato del sesso. In questo romanzo, infatti, il protagonista è un ragazzo giovane e bello che si vende per scampare alla povertà. Sullo sfondo, il ricordo idealizzato della madre.

Se non avessimo capito che la prestanza dei giovani aitanti haitiani (gioco di parole non voluto) è un tema centrale della letteratura haitiana contemporanea, ci accorre in aiuto Come Fare l’amore con un Negro Senza Fare Fatica di Dany Laferrière, altro titolo a dir poco curioso. I protagonisti, sono due giovani haitiani molto neri, che sono da poco arrivati in una bianchissima Montreal e vivono in un appartamento scalcinato, leggendo Freud e battendo a macchina con l’intenzione di diventare autori famosi. Nell’appartamento c’è ovviamente un via vai continuo di ragazze candide come la neve, attirate dall’aspetto esotico dei due giovani.


Finisco con l’ultimo nome che vi segnalo, Lyonel Trouillot con il suo Bicentenario, ambientato nel 2004, anno in cui Haiti ha celebrato appunto il bicentenario dall’indipendenza. I due fratelli protagonisti appartengono a diverse fazioni della rivolta contro il presidente Jean-Bertrand Aristide. La turbolenta storia contemporanea del paese, che pur essendo così violenta ed intricata risulta oltremodo interessante, è quindi la protagonista indiscussa di quest’ultimo titolo che vi lascio.

Nella speranza di aver assoldato qualche altro addetto alla scoperta della letteratura haitiana, vi lascio questa canzone di Gilberto Gil e Caetano Veloso su Haiti e le opposizioni bianco/nero:













Nell'immagine, un dipinto di Jean-Michel Basquiat (1960-1988), pittore americano di origine haitiano-portoricana, pupillo di Andy Wahrol e il primo pittore afro-americano a diventare una star internazionale.

5 comments:

  1. Anche a me interessano gli scrittori haitiani, ma sono ancora molto più indietro di te!

    Su Haiti le poche cose che so le ho imparate dal film documentario "The agronomist" diretto da Jonathan Demme, che non è propriamente haitiano, ma che parte dalla vita di un agronomo haitiano diventato giornalista in difesa degli ultimi e racconta la storia recente di Haiti, cercando anche di spiegare cosa ci sta dietro a tanta povertà e instabilità politica (ovvero la politica estera statunitense su Haiti).
    Rappresenta anche alcuni aspetti della cultura di origine africana (vudu e riti simili).
    Te lo consiglio.

    Allora aspetto prossime recensioni haitiane!

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  2. Grazie per il consiglio, non conoscevo questo documentario. Io le poche cose che conosco su Haiti le ho lette in articoli di giornale, per esempio su Internzionale o altri periodici.

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  3. Ciao Stefania e grazie per questo tuo prezioso post! Mi sono subito ordinata su ibs.it "La matita del buon dio non ha la gomma". Man mano mi cercherò anche gli altri.

    intanto ti ho linkato da globalstories...

    un abbraccio, cristina

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