The Man Asian Literary Prize was awarded to Su Tong’s The Boat to Redemption. Now, you might have never heard of Su Tong, but apparently he’s a bestselling author in China. His novella Raise the Red Lantern was made into an Oscar-nominated movie directed by Zhang Yimou (it’s called Lanterne Rosse in Italian if anybody’s wondering). The Boat to Redemption is set in the period of the Cultural Revolution and it’s about a womaniser who’s banned from his home by the local authorities and starts his redemption by living on a boat (read an excerpt here, it’s really worth it). I’m happy that a book not originally written in English has won the prize and I’m even happier because a Chinese author has won it. I want to see more Chinese names on the shelves of our bookshops!
I didn’t blog the shortlist for the prize (only the longlist and some musings on the prize itself), but there were some interesting pieces in there. Apart from “the Chinese treat” aforementioned, the list was dominated by writers from the Indian subcontinent. The most interesting book, in my opinion, was Residue, written by Kashmiri-born Nitasha Kaul, which explores the evolving relationship between Keya Raina and Leon Ali, two Kashmiris who have never lived in their “homeland” (read excerpts here). Then there’s Omair Ahmad’s Jimmy the Terrorist, about politics in an Indian Muslim community (read an excerpts here), and Siddharth Chowdhury's Day Scholar, which tells of a powerful Delhi property broker and political dealer, who brings his mistresses to the hostel he runs (read excerpts here). The list is completed with The Descartes Highlands by Manila-born Eric Gamalinda, the story of a woman who buys a baby in Manila (read excerpts here).
This prize is three years old and, apart from raising criticism for its geographical definition of Asia, aims to bring Asian literature to the attention of the public. I really hope that some of these books (especially if they are in translation, I can’t really understand which ones are apart from the winner) will come to the attention of the Western readers!
By the way...
Other “Chinese-themed” books I’d like to read: A Concise Chinese-English Dictionary for Lovers by Xiaolu Guo, Waiting by Ha Jin and American-born Chinese by Gene Luen Yang.
Zadie Smith’s new collection of essays is out, it’s called Changing My Mind: Ocassional Essays and I’m very excited to read it. Some people say that she is better as a critic than as a novelist. I'm not sure about that, but she has a sharp mind. Here's an essay called "Speaking in Tongues", based on a lecture that she gave at the New York Public Library in December 2008 and a sneak peek of Zadie's literature criticism.
Per quanto mi riguarda, Su Tong è praticamente l'unico autore cinese (che scrive in cinese, non conto gli emigrati che scrivono in inglese tipo Amy Tan) che conosco! Be', a parte Gao Xingjian, ma i premi nobel non valgono...
ReplyDeleteDi Su Tong ci sono traduzioni in italiano, io ho letto solo "Mogli e concubile" sulla scia del film.
Anche a me piacerebbe vedere più scrittori cinesi in giro!
Interessantissimi gli autori dal subcontinente indiano e grazie infinite per le segnalazioni e gli estratti: vedo di procurarmeli subito!
Io sono completamente a secco di autori cinesi che scrivono in cinese, ma mi piacerebbe veramente leggere questo Boat to Redemption, in inglese o italiano. Ho letto l'estratto e mi sembra un romanzo molto interessante, con un'ottima traduzione tra l'altro.
ReplyDeleteTra gli autori del subcontinente ho letto gli estratti di "Residue" e "Jimmy the Terrorist". Il primo, sebbene l'esperienza di un indiano in Europa non sia niente di nuovo, mi ispira per l'origine kashmira dei due protagonisti e della scrittrice. Fino ad adesso, il mio unico viaggio letterario in Kashmir è stato insieme a Salman Rushdie leggendo "I Figli della Mezzanotte" e mi piacerebbe approfondire la conoscenza di quella terra rovinata dai conflitti. Il secondo estratto mi ha convinto di meno, anche se era troppo poco per giudicare il libro.
I libri, a parte The Boat to Redemption, non sono ancora disponibili su amazon (il premio era per libri ancora non pubblicati in inglese). :-(
Speriamo che prima o poi arrivino!
ReplyDeleteIeri, neanche a farlo apposta, ho visto un altro libro di Su Tong in libreria "Vite di donne", pubblicato da Einaudi.
C'è un altro libro di Rushdie ambientato in Kashmir, "Shalimar e il clown" (assolutamente inferiore ai Figli, ma comunque una bella trama, fra Kashmir, Francia occupata e USA).
C'è anche quel famigerato "Missione Kashmir" del Vikram A Chandra che non è quello di Giochi sacri, che non è propriamente un capolavoro, ma che parla dei conflitti del Kashmir e di come influiscano sulla vita delle persone.
"Shalimar the Clown"! Non so se leggerò un altro Rushdie tanto presto, anche perché solitamente le sue descrizioni di luoghi e persone non sono da considerarsi tanto attendibili. A questo punto, se neanche il libro di Vikram A Chandra non è proprio un capolavoro, mi potrei anche dedicare alla saggistica per dipanare l'affascinante questione kashmira.
ReplyDeletePS: Articolo su "The Inheritance of Loss" che raccoglie le reazioni di alcuni lettori, in particolare quelle che criticano l'accuratezza di alcuni particolari del libro. L'autrice ammette che in effetti il libro è pensato più per un audience occidentale che non nota certi particolari sbagliati, per esempio che da Darjeeling non si vede l'Everest! Non sono d'accordo, perché se un libro è pensato per un pubblico occidentale deve avere dei dettagli errati che lo rendono più esotico? Sarebbe come se un autore italiano scrivesse un romanzo ambientato a Venezia però pensato per un pubblico anglo-sassone e dicesse che dal Ponte dell'Accademia si vede la Basilica di San Marco!!! Va bene la finzione, ma se si usa un'ambientazione reale bisognerebbe attenersi alla realtà, altrimenti si usa una località fittizia. La Desai ci ha messo anche otto anni a scrivere il libro, non poteva fare un po' di fact-checking?
http://www.guardian.co.uk/books/2009/nov/21/inheritance-loss-kiran-desai-mullan
http://www.guardian.co.uk/books/2009/nov/21/inheritance-loss-kiran-desai-mullan
Sicuramente se ti interessano piu' le vicende storico-politiche forse ti conviene la saggistica. Rushdie non e' l'ideale per ripercorrere le vicende, ma penso che per certe cose renda bene l'atmosfera.
ReplyDeleteE' terribile l'idea che si possano scrivere cose false se il pubblico tanto non se ne accorge... (orientale o occidentale che sia).
Un conto e' se e' qualcosa di evidentemente falso, come fa Rushdie (che te lo dice pure, che e' falso), perche' mediato dal fantastico, oppure dei ricordi personali che mistificano la realta'.
Ma sentirsi in potere di fare una cosa simile solo perche' tanto gli altri non se ne accorgono mi sembra proprio un tradimento della fiducia del lettore!
Non mi sarei mai accorta di dettagli come quello dell'Everest, ma mi ha un po' dato fastidio la descrizione approssimativa della rivolta dei gorkha e delle persone coinvolte. Non so cosa ci fosse di sbagliato, ma molte cose non mi hanno proprio convinto.
Si', avrebbe dovuto e potuto fare piu' ricerca... oppure trasformare e trasfigurare tutto in un himalaya piu' immaginario...
Che fastidio, eppure in se' il libro mi era anche piaciuto!
It aims to bring Asian literature to the attention of the public, and yet I'd never heard of this award until last week... I'm woefully ignorant of East Asian literature (I'm suddenly wondering about the borders of this award...) and have to wonder if following the shorlist and winners might help me expand my own knowledge. I shall certainly keep an eye out for books relating to this award.
ReplyDeleteI want to keep an eye open, especially for this particular Chinese book. I hope to see it in bookshelves, either here in Italy or in the UK.
ReplyDeletela versione inglese non coglie pienamente la complessità sociale e culturale del libro, come avviene normalmente nel caso di opere tradotte anche se la traduzione è di per sé buona.
ReplyDeletewww.chinaethos.co.uk