Sunday, April 19, 2009

10. “Une si longue lettre” di Mariama Bâ

Anno di prima pubblicazione: 1979
Genere: romanzo epistolare
Paese: Senegal

Sull’autrice: Nata nel 1929 in Senegal, Mariama Bâ era orfana di madre e ricevette l’educazione tradizionale dai suoi nonni. Incoraggiata dal padre, che all’epoca era Ministro della Salute, continua gli studi e passa il concorso della Scuola Normale. Insegnante per 12 anni e madre di nove figli, lotta contro le caste e la poligamia. Reclama l’istruzione gratuita per tutti e veri diritti per le donne.Muore nel 1981, dopo aver pubblicato il suo primo romanzo, Une si longue lettre, e alla vigilia della pubblicazione del secondo, Le Chant Écarlate.

Trama: Al centro del romanzo, una lettera che una donna senegalese, Ramatoulaye, scrive alla sua migliore amica durante la reclusione che tradizionalmente segue l’essere rimasta vedova. Ricorda gli anni in cui erano due studentesse desiderose di cambiare il mondo e la speranza suscitata dalle indipendenze dei paesi africani. Ma ricorda anche i matrimoni forzati e l’assenza di diritti per le donne. Ramatoulaye rivive anche il giorno in cui suo marito decise di prendere un’altra moglie, più giovane, rovinando venticinque anni di vita in comune e d’amore.

Alcuni pensieri: Une si longue lettre è un’opera maggiore per quel che concerne la condizione della donna nelle società africane e/o islamiche. Avevo sempre pensato che nelle società dove è un’usanza comune e ben radicata, le mogli non soffrissero di gelosie e fossero ormai rassegnate a condividere gli uomini, anche perché la maggioranza dei matrimoni in questi paesi sono combinati o comunque di convenienza, più un contratto che una storia d’amore. E invece, leggendo questo libro, ho scoperto che anche loro sono esattamente come noi donne occidentali: si innamorano e soffrono per amore, delle volte sposano l’uomo che amano e altre volte sono costrette a sposarsi, sono gelose delle mogli più giovani e finiscono per venire abbandonate e dimenticate dai mariti ormai diventati ricchi e potenti, in favore di donne più giovani. Nel libro si parla anche dei matrimonio tra strati sociali diversi e dei conseguenti problemi, anche se la questione non è spiegata nei minimi particolari. L’amica di Ramatoulaye è figlia di piccoli artigiani e sposa un giovane medico: il matrimonio è difficile a causa dei parenti di lui che la guardano dall’alto in basso (non che nelle società occidentali non succeda, sia ben chiaro). Non so se sia perché l’ho letto in francese e non me lo sono gustata a pieno o perché il romanzo effettivamente non era avvincente quanto sembrava, ma ho fatto molta fatica a finirlo, ed è piuttosto corto. Sono cosciente che questo è uno dei capisaldi della letteratura postcoloniale africana in lingua francese, ma la struttura (una lunghissima lettera ad una migliore amica) lo rende un po’ noioso e si fa anche confusione con i nomi (ci sono un paio di omonimi e nomi molto simili per personaggi che anche hanno dei tratti in comune). Certo, come tutti i libri che trattano di culture altre, è affascinante ed interessante: si legge della cultura e della vita di tutti i giorni nel Senegal degli anni cinquanta e di quello degli anni settanta.

4 comments:

  1. Grazie dell'info! Lo cercherò fino a trovarlo!!!
    P.S.: ho letto (da mò ormai...) "L'Ombra del vento" di C.R.Zafon. Mi è piaciuto molto ed è migliore del romanzo successivo. Mi è andata bene che ho letto prima "Il gioco dell'angelo" dè "L'ombra del vento". Sarei rimasto deluso... Invece così ho apprezzato entrambi! :)

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  2. Ciao Cedric! Ti conviene ordinarlo su internet il libro, a meno che non conosci una libreria che abbia libri in francese di autori africani (io l'ho trovato in una libreria denominata europea, che ha un piano intero con libri in francese!)...
    PS: "da mò"??? Ma non eri torinese? :-P

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  3. okay i searched for it and found but can't read it...just to let you know i know you read it.

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  4. Ahahah, right Nana! Have you read this book?
    It's basically about a Muslim woman who reflects over the fact that her husband has taken a second, much younger wife. In the review I wrote that I didn't know that women from a traditional Muslim background could be so jealuos about second wives, because the marriage is often arranged, more like a business contract that a love story, from a Western point of view. I recognize that this is a masterpiece of postcolonial literature in French (what you'd call "francophonie" in French rather than "littérature postcoloniale") concerning the situation of women in an African/Muslim society.
    Another important theme of the novel is the marriage between different social classes: the main character is the daughter of a small artisan who marries a young doctor and her in-laws look down on her (I don't mean that this doesn't happen in Western societies, because it does).
    I had some difficulties in reading this novel, maybe it's because it was in French and I'm not used to reading in that language, or more likely, it was because of the structure of the book, a long letter to a friend. The structure wore the novel down sometimes and the fact that there are at least two characters with the same name didn't help.
    However, the novel was overall fascinating, because it's about traditional African culture, which is something we don't read about very often here in Europe.

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