Friday, April 16, 2010

3. “Il Colore Viola” di Alice Walker



Anno di prima publicazione: 1982
Genere: romanzo epistolare
Paese: USA

In English: The Color Purple by Alice Walker

Celie è una donna afro-americana nella Georgia degli anni ’30. Il sud degli Stati Uniti d’America è segregato: il mondo dei neri e quello dei bianchi sono distantissimi, non c’è quasi nessun contatto. Celie, e in generale tutti i neri descritti da Alice Walker (con qualche rara eccezione come Shug Avery), vivono una situazione disperata: violenza domestica, incesto, alcolismo e razzismo sono solo alcune delle piaghe della comunità nera del tempo. L’autrice non ha nessuna pietà per la brutalità di alcuni membri della sua comunità, specialmente per gli uomini: spesso violenti, cattivi, prepotenti, pigri e dispotici. Per questo motivo, si tratta di un libro dai tratti forti, anche se scritto con un linguaggio molto semplice, che rispecchia quello della protagonista.
Nella vita di Celie, violentata e messa incinta dal padre, in seguito venduta ad un marito che la usa come una pezza da piedi, entra Shug Avery, inspiegabilmente amante del suo impossibile marito. Lei è bella, ricca e sa come trattare gli uomini: con aria di superiorità e con disprezzo, tutto il contrario di quello che hanno insegnato a Celie. Persino il figlio di primo letto del marito di Celie, Harpo, non riesce a non picchiare la moglie Sofia, perché questo è quello che ha sempre visto fare in casa (persino Celie gli consiglia di menarla per farsi rispettare!). Tra Shug e Celie nasce prima una relazione affettuosa e poi un amore lesbico, germogliato in Celie a causa del disprezzo per tutti gli uomini prepotenti che ha conosciuto. Tuttavia non si tratta di un libro sull’omosessualità femminile, ma di un libro sulle scelte che le donne possono fare nella loro vita. Celie impara poco a poco a non essere sottomessa al marito, grazie soprattutto a Shug Avery, una cantante per di più considerata una poco di buono in paese anche per i suoi costumi sessuali.
Il romanzo è in forma epistolare, è cioè costituito dalle lettere che Celie scrive idealmente alla sorella Nettie, da cui è stata costretta a separarsi a causa della gelosia del marito di Celie che non riusciva a possederla sessualmente. In risposta, Nettie scrive delle lettere alla sorella, che però il marito non le consegnerà mai. Nettie parte per l'Africa con una famiglia di missionari. Nei suoi racconti sull’Africa si vedono le similarità tra la cultura Olinka africana e quella dei neri in America: gli uomini sono dispotici e dispongono delle mogli solo per farle lavorare e generare figli, mentre le ragazze sono promesse molto giovani a uomini più vecchi di loro. Gli Olinka hanno più di una moglie, ma le mogli si sostengono l’un l’altra e passano poco tempo con il marito (una situazione simile a quella che descrive l’autrice in America, dove Celie e Shug sono per lunghi periodi entrambe mogli di Albert, anche se non ufficialmente). Quello di Nettie in Africa è una sorta di viaggio all’inverso rispetto a quello che hanno fatto i suoi antenati quando sono stati venduti come schiavi, forse dagli stessi Olinka.
Il colore viola del titolo è prima il colore della violenza che le fa odiare tutto, specialmente gli uomini, e che le impedisce di amare la vita. In seguito il colore viola è descritto come il colore di un campo di fiori: se ci passi di fianco ti devi fermare a guardare, perché altrimenti Dio si arrabbia (sono parole di Shug). Significa che la vita deve essere vissuta, si deve amare e fare quello che si vuole, altrimenti non si vivrà mai appieno.
Nonostante a prima vista Il Colore Viola possa sembrare un libro "misandro", cioè che odia gli uomini, in realtà non lo è. Gli uomini cambiano nel corso del libro, imparano a comportarsi meglio con le loro mogli e ad apprezzare il lavoro che fanno per mandare avanti la casa e far crescere i figli.


Se ti piace questo libro leggi anche: Amatissima di Toni Morrison, oppure Jazz, sempre di Toni Morrison. Da questo libro è stato tratto un film, diretto da Steven Spielberg.

Sull'autrice: Alice Walker, nata in Georgia (USA) nel 1944 è una delle più famose scrittrici afro-americane viventi. Durante la sua infanzia, vissuta sotto le cosiddette leggi di Jim Crow, riuscì a frequentare la scuola, nonostante l'ostracismo dei proprietari terrieri bianchi che pensavano che i bambini neri non avessero bisogno di un'istruzione. All'età di otto anni fu accidentalmente colpita ad un occhio da una pistola e rimase cieca da un occhio. Ciò le causò problemi di autostima, che però superò brillantemente. Nei primi anni sessanta incontrò Martin Luther King e a lui deve l'inizio della sua carriera di attivista politica. Nel 1963 partecipò alla marcia su Washington e continuò ad occuparsi di diritti civili. In tempi più recenti ha protestato contro la guerra in Iraq e ha sostenuto Barack Obama nella sua campagna presidenziale. Nel 1967 sposò un avvocato ebreo e la loro fu la prima coppia inter-razziale legalmente sposata del Mississippi (questo causò però minacce da parte del KKK). Iniziò la sua carriera letteraria con la poesia ("Once"), per poi passare anche alla prosa ("The Third Life of Grace Copeland", "Il Colore Viola", "Possessing the Secrets of Joy", quest'ultimo una specie di seguito de "Il Colore Viola"). E' stata la prima donna nera a vincere il Premio Pulitzer e il National Book Award.

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