Monday, October 26, 2009

(turbo) traduzioni

Ancora una volta ho trovato spunti incredibilmente interessanti nella rubrica “Che libro fa…”, curata da Giovanna Zucconi per La Stampa. Ormai sono tre le puntate che vi vorrei “passare”. Prima di tutto andiamo in Germania:

In Germania il nuovo Dan Brown non è ancora uscito, eppure è già in cima alla classifica. Perché in tantissimi lo comprano in inglese, senza aspettare che Das verlorene Symbol compaia in tedesco, a metà ottobre. Poveri traduttori. Sono sei, hanno avuto dieci giorni per tradurre 780 pagine, lavorando dalle sei del mattino, senza neanche aver potuto leggere tutto il libro prima di chinarsi a picchiettare freneticamente sulle tastiere, e la loro fatica è inutile, se tutti lo leggono in inglese. In un video su Internet si vedono due di loro, abbastanza affranti, ciascuno al suo computer, intorno a un lungo tavolo che sembra tanto una catena di montaggio, mentre spiegano i segreti della «turbotraduzione», la chiamano così. Spiritosamente, nel sito di lancio del libro, con tanto di conto alla rovescia neanche fossimo a Cape Canaveral, uno dei traduttori per spiegare quant’è difficile il suo lavoro prende ad esempio la frase «The secret is how to die». Come renderla in tedesco, ma soprattutto come evitare di applicarla ai forzati della traduzione?Chissà se la qualità sarà decente, vista la fretta. E dire che la Germania investe tantissimo sulle traduzioni. Per esempio, il più importante premio di translation in lingua inglese, cioè il «Foreign Fiction Prize» del giornale The Independent, assegna 10.000 sterline ai vincitori, mentre il neonato omologo tedesco, «Internationaler Literaturpreis», ha stanziato 25.000 euro per lo scrittore vincente e 10.000 per il suo traduttore. Fra 131 titoli tradotti in tedesco da 33 lingue diverse, ha vinto il peruviano-americano Daniel Alarcón con Lost City Radio nella versione di Friederike Meltendorf. Consegna il 30 settembre, San Girolamo, patrono dei traduttori. Inclusi quelli dei turbobestseller?[…]
Sabato 3 ottobre 2009 “La Stampa”

Memole scrive:
1) I tedeschi leggono romanzi in inglese, mitici! Dovremmo imparare da loro!
2) Come si può tradurre bene un romanzo in così poco tempo e soprattutto come può essere che un équipe di traduttori lavori allo stesso romanzo? Immagino che ogni traduttore abbia il suo stile e il suo metodo, il risultato potrebbe assomigliare paurosamente a Frankenstein (avete presente l’omonimo gioco a “Per un Pugno di Libri”?).
3) Ma in Italia esiste un premio per la miglior traduzione così prestigioso? Ne dubito.

1 comment:

  1. In alcuni casi la traduzione e la lavorazione redazionale dei libri sembra stiano diventando vere e proprie catene di montaggio, da farsi in tempi sempre più rapidi, senza troppe preoccupazioni per contenuto e qualità...

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