Tuesday, September 22, 2009

27. “Gli Arancini di Montalbano” by Andrea Camilleri


Anno di prima pubblicazione: 1999
Genere: racconti gialli
Paese: Italia

Sull’autore: Andrea Camilleri nasce a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925. Dal 1945 inizia a pubblicare racconti e poesie, iniziando poi a lavorare come sceneggiatore e regista. E’ il primo a portare in Italia il teatro assurdo di Beckett nel 1954, prima in teatro e poi in televisione. Lavora come delegato alla produzione di molte produzioni RAI, tra cui numerose fiction e messe in scena di opere teatrali. L’esordio narrativo avviene con Il Corso delle Cose (1978), ma il primo romanzo ambientato nella fittizia cittadina siciliana di Vigata è Un Filo di Fumo (1980). Dopo una pausa di dodici anni dalla narrativa riprende a scrivere. Del 1994 è La Forma dell’Acqua, primo romanzo poliziesco con protagonista il commissario Montalbano, ma il “fenomeno Montalbano” esplode solo nel 1998. I suoi romanzi vanno a ruba anche quando non è presente il simpatico commissario di Vigata, in particolare Il Birraio di Preston (1995), La Concessione del Telefono (1998) e La Mossa del Cavallo (1999). Nonostante il grande successo di pubblico, non tutti i romanzi di Camilleri incontrano il parere favorevole della critica, che spesso lo accusa di essere ripetitivo. Sono ormai più di venti i romanzi di Camilleri con protagonista il commissario Montalbano, il cui successo è stato aumentato dalla nota serie tv.

Di cosa si tratta: "Quando Montalbano incornava su una cosa, non c'erano santi". Il narratore che da anni racconta le storie del commissario di Vigàta, lo sa bene. Una parola stonata, un gesto incontrollato, un dettaglio incongruo bastano a mettere in moto le sue indagini. Così da un'impercettibile crepa nella "normalità" prendono avvio anche queste nuove storie, in cui Montalbano si imbatte nei crimini e nei criminali più eterogenei e insoliti: vecchie coppie di attori che recitano, nel segreto della camera da letto, un funereo copione; insospettabili presidi in pensione che raggirano generose prostitute; mogli astutamente fedeli che ordiscono crudeli vendette ai danni dei loro tronfi mariti ... Lasceremo Montalbano a Capodanno, colpito da una “gran botta di malinconia” dopo l’ennesima “azzuffatine” con l’eterna fidanzata Livia e confortato solamente dagli arancini della cammarera Adelina, “celestiale bontà” e conclusione saporitissima di una nuova serie di indagini del commissario più famoso della narrativa italiana. [dalla quarta di copertina perché oggi sono pigra]

Alcuni pensieri: *Contiene spoiler* Questa raccolta di racconti è il mio primo libro di Camilleri (e di Montalbano), anche se ovviamente conoscevo il simpatico commissario dalla famosissima serie televisiva della RAI.
Quello che mi è piaciuto di più di questi racconti è la lingua, un misto di italiano e dialetto siciliano. Tanto per farvi capire e prendendo praticamente a caso dalla prima pagina: “No, non era proprio cosa, l’unica era farsi una doccia e andarsi a corcare con un libro. Sì, ma quale? A eleggere il libro col quale avrebbe passato la notte condividendo il letto e gli ultimi pinsèri era macari capace di perderci un’orata”.
La soluzione dei casi affrontati dal commissario Montalbano non è mai scontata, ma è sempre una sorpresa che mette in luce l’astuzia e le infinite risorse del protagonista.
Ci sono anche racconti che ammiccano al lettore, per esempio “Montalbano si rifiuta”, dove nel bel mezzo di un’indagine un po’ macabra, con degli assassini che friggono gli occhi delle loro vittime in padella per poi mangiarseli, il commissario siciliano si reca ad una cabina telefonica e chiama l’autore, il signor Camilleri. Montalbano dice al suo inventore che si rifiuta di proseguire l’indagine perché questa cosa con “un tanticchia di sangue” di troppo non è nel suo stile (e neanche in quello di Camilleri, che infatti in questo modo si difende ironicamente dalle accuse di essere diventato ripetitivo e mieloso). Un altro doppio “ammiccamento letterario” è il racconto “Sostiene Pessoa”, in cui Montalbano viene aiutato a risolvere un caso dal libro che sta leggendo in quel momento (Montalbano è un assiduo lettore, oltre che un ottimo investigatore). I due riferimenti sono naturalmente al romanzo Sostiene Pereira di Tabucchi (che guarda caso ho appena finito di leggere!) e a I casi del dottor Abílio Quaresima, raccolta di racconti polizieschi del poeta portoghese Fernando Pessoa. Due autori che si tengono per mano nella mente del lettore, visto che Tabucchi è un grande esperto di letteratura portoghese e un amante della poesia di Pessoa.
Quello che conoscevo dalla serie televisiva c'è anche qui: la fidanzata che vive nel nord Italia e con cui litiga sempre, le immancabili amicizie con piccoli criminali (che però non gli impediscono di portare a termine le sue indagini) e il collega Catarella, un po’ tonto (“Dottori! Dottori” Pirsonalmente lei di pirsona è?”). Tutte cose che aiutano a rendere più piacevole la lettura. Non che Gli Arancini di Montalbano non sia una lettura piacevole e leggera di per sé: lo è anche per chi, come me, non è un’amante dei libri polizieschi.

3 comments:

  1. thanks...je ne comprend pas Italiano (fake Frech)

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  2. i libri di camilleri su montalbano sono notevoli, però ti consiglio di leggere: La presa di Macallè e Il re di Girgenti, pura fiction nello stesso tempo poetica e schierata.
    p.

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  3. @ p: Grazie per i consigli di lettura, ne terrò conto.

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