Mentre mi incammino verso il Palazzo di San Sebastiano, dove si svolgerà l’incontro con Tishani Doshi, c’è una ragazza che cammina spedita di fronte a me. E’ vestita come se fosse in pausa pranzo e lavorasse in un ufficio di Mantova, invece è Tishani Doshi, la giovane scrittrice indiana (ma meta gallese in realtà) che presenterà il suo libro “Il Piacere Non Può Aspettare”.
Quando arrivo la sala è già gremita e finisco in seconda fila ma molto di lato, cosicché una colonna mi impedisce la vista dell’intervistata, che decide di non sedersi al centro del tavolo, lasciandomi la vista della traduttrice Chiara e della presentatrice Lella Costa. Poco male, penso io, non mi farò distrarre dalla bellezza e dalla grazia di Tishani Doshi, cose ricordate da ogni intervistatore, quasi fosse la sua maledizione.
Intelligentemente Lella Costa legge dei passaggi del libro, facendo assaggiare al pubblico la poesia della scrittura di Tishani Doshi. Non poteva essere altrimenti, d’altronde, perché Tishani Doshi è innanzitutto una poetessa. Ha infatti scritto un libro di poesie chiamato “Countries of the Body”, molto emblematico della sua situazione. Nata dall’incrocio tra Galles e India, Tishani Doshi ha vissuto tutta la vita a cavallo tra le due culture, ma grazie al “piacere”, come dice lei, ha trovato un’appartenenza. Tutto il lavoro della Doshi, la scrittura poetica e romanzesca, ma anche la sua esperienza di ballerina con la celebre coreografa Chandralekha, ruota intorno al corpo e al piacere, che per Tishani Doshi significa fare quello che ti rende felice. Per lei il piacere non è una cosa superficiale, ma qualcosa di profondo. Con il suo libro ha voluto indagare su diversi tipi di piacere, diversi da quelli che sembrano essere obbligatori per una ragazza indiana, per esempio sposare un buon partito, avere dei figli e così via.
Il libro di Tishani Doshi parla d’amore, l’amore ideale di Babo e Sian, i protagonisti del romanzo, ma anche quello tra genitori e figli, tra sorelle o nonni e nipoti. L’intervistatrice osserva che la vera protagonista del romanzo è nonna Ba, che non si è mai spostata dal suo villaggio, ma che è riuscita a tessere la trama della famiglia per molte generazioni. In un libro ricco di spostamenti – dall’India al Galles e viceversa per le “estati ogni tanto” – è una cosa degna di nota.
Quando arrivo la sala è già gremita e finisco in seconda fila ma molto di lato, cosicché una colonna mi impedisce la vista dell’intervistata, che decide di non sedersi al centro del tavolo, lasciandomi la vista della traduttrice Chiara e della presentatrice Lella Costa. Poco male, penso io, non mi farò distrarre dalla bellezza e dalla grazia di Tishani Doshi, cose ricordate da ogni intervistatore, quasi fosse la sua maledizione.
Intelligentemente Lella Costa legge dei passaggi del libro, facendo assaggiare al pubblico la poesia della scrittura di Tishani Doshi. Non poteva essere altrimenti, d’altronde, perché Tishani Doshi è innanzitutto una poetessa. Ha infatti scritto un libro di poesie chiamato “Countries of the Body”, molto emblematico della sua situazione. Nata dall’incrocio tra Galles e India, Tishani Doshi ha vissuto tutta la vita a cavallo tra le due culture, ma grazie al “piacere”, come dice lei, ha trovato un’appartenenza. Tutto il lavoro della Doshi, la scrittura poetica e romanzesca, ma anche la sua esperienza di ballerina con la celebre coreografa Chandralekha, ruota intorno al corpo e al piacere, che per Tishani Doshi significa fare quello che ti rende felice. Per lei il piacere non è una cosa superficiale, ma qualcosa di profondo. Con il suo libro ha voluto indagare su diversi tipi di piacere, diversi da quelli che sembrano essere obbligatori per una ragazza indiana, per esempio sposare un buon partito, avere dei figli e così via.
Il libro di Tishani Doshi parla d’amore, l’amore ideale di Babo e Sian, i protagonisti del romanzo, ma anche quello tra genitori e figli, tra sorelle o nonni e nipoti. L’intervistatrice osserva che la vera protagonista del romanzo è nonna Ba, che non si è mai spostata dal suo villaggio, ma che è riuscita a tessere la trama della famiglia per molte generazioni. In un libro ricco di spostamenti – dall’India al Galles e viceversa per le “estati ogni tanto” – è una cosa degna di nota.
Per rimediare al vestito “troppo precisino” di questo incontro, Tishani Doshi sceglie un sari per presentare l’arte di Chandralekha ad un altro evento, di cui è disponibile il video on-line. Vi consiglio caldamente di guardarlo perché vale la pena.
Inoltre, qui il link al video di una poesia tratta da "Countries of the Body" letta dall'autrice all'evento.
I am always impressed to see that you and Silvia know Indian literature much better than an average Indian.
ReplyDeleteciao Stefania,
ReplyDeletea me era capitata la stessa cosa l'anno che il Festival aveva ospitato Kiran Desai. Mentre camminavo per San Sebastiano ce l'avevo proprio davanti, senza saperlo.
Peccato non esserci stata quest'anno a vedere lei!
un abbraccio
@Raj: I know only what gets to Europe. Of what Indians in Inda read I know nothing about.
ReplyDelete@Elisa: Eh, sì, molto emozionante, non trovi? Io al festival ho pranzato accanto a Azar Nafisi (di "Leggere Lolita a Teheran") però non ho avuto il coraggio di parlarle.
Tishani Doshi ha un linguaggio poetico e il suo libro si legge facilmente, c'è da dire però che più di una persona mi hanno fatto notare (non che non l'avessi notato, ma non ci avevo dato troppo peso) che la trama non è poi così originale. Ma io sono molto "edonistica" riguardo alla lettura: se un libro mi ha provocato piacere nella lettura, io valuto quello come fattore primario.